Il mio personale punto di vista sull’uso intelligente delle risorse del Next Generation EU per convertire l’Ilva di Taranto: un Data Center strategico nel Mediterraneo
Next Generation EU — il Piano per la ripresa dell’Europa promosso dalla Commissione europea ci impone di spendere un mucchio di soldi in modo veloce, efficace, ma soprattutto che abbia effetti nel breve e lungo termine.
Next Generation EU arriva esattamente 10 anni dopo il 30 Marzo 2011 quando ci fu la storica condanna dell’Italia da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea in virtù del mancato rispetto della direttive, riguardante la prevenzione e riduzione dell’inquinamento e una condotta omissiva dell’Italia relativa alle emissioni industriali per diversi impianti industriali tra cui anche l’Ilva di Taranto.
«Sono dieci anni che sembra dover cambiare tutto. E invece siamo sempre qui: a combattere con la cassa integrazione, con i nostri parenti e amici che si ammalano, con il padrone di turno dell’azienda che ci offre soluzioni a brevissimo termine. Ora come dieci anni fa» — fonte Giuseppe Romano, operaio e delegato della Fiom
Ecco la mia proposta che permetterebbe sul lungo tempo di convertire posti di lavoro, economica locale, rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e via dicendo: convertire l’attuale impianto siderurgico dell’Ilva in un polo tecnologico incentrato sulla gestione di grandi quantità di dati: un Data Center al centro del Mediterraneo.
Raccolta firme: Next Generation EU per la conversione l’Ilva di Taranto in un Data Center Europeo strategico
Articolo completo: L’Ilva di Taranto: un Data Center strategico nel Mediterraneo: Un uso intelligente delle risorse del Next Generation