Se internet dovesse subire un blackout, i piccioni viaggiatori potrebbero essere la soluzione al Digital Divide.
Scherzo ovviamente, ma nel 2009 è stato davvero usato un piccione per trasferire dei dati digitali tra due città.
Un’azienda di comunicazione sudafricana, stanca delle prestazioni della connessione internet, ha deciso di sfidare la Telkom che allora gestiva la maggior parte dell’infrastruttura per le connessioni internet in Sudafrica.
Nel 2009 la Unlimited IT, così si chiamava l’azienda in questione, ha organizzato la provocatoria gara presso la sua sede a Durban, in Sudafrica.
L’evento consisteva nel confrontare la velocità di trasferimento di 4GB di informazioni a 60 miglia di distanza (circa 100km), dalla sede di Durban alla sede di Howick, utilizzando un piccione viaggiatore.
Per l’eroica impresa hanno reclutato Winston, un aitante piccione viaggiatore che hanno motivato ed equipaggiato con il prezioso bagaglio: una scheda SD da 4GB.
Winston, armato di forza di volontà, si è lanciato a tutta velocità in direzione della sede della Unilmited IT ad Howick mentre contemporaneamente a Durban veniva avviato il trasferimento dei 4GB tramite la connessione Internet verso la medesima destinazione.
Risultato? Il piccione ha recapitato 4GB in 2 ore e 6 minuti, tempo durante il quale la connessione internet aveva trasferito solo il 4%. Roba come circa 150MB con una velocità di 22 kBps.
Un disastro per la Telkom, una standing ovation per il piccolo volatile tecnologico!
Winston non è stato però l’unico volatile ad essere usato per trasferire dati digitali, nel 2010 un tizio dello Yorkshire ha girato un video di 5 minuti su una memory card che è stata spedita tramite un piccione ad un corrispondente BBC a 75 miglia mentre il video veniva caricato su YouTube.
Come volevasi dimostrare, il corrispondente della BBC ricevette il video prima che l’upload terminasse.
Ancor più curioso è scoprire che a Fort Collins in Colorado, alcuni fotografi di rafting hanno usato i piccioni per trasportare memory stick con le foto dei turisti, inviandole verso gli operatori turistici distanti a oltre 30 miglia. Un’idea geniale direi anche se ho i miei dubbi sulla garanzia che i pacchetti siano consegnati al destinatario.
IP over Avian Carriers (IPoAC)
Internet è luogo meraviglioso e questi poveri volatili non hanno pace, infatti esiste un precedente a questo sfruttamento indebito dei piccioni.
Il primo aprile del 1990, David Waitzman presentò un proposta RFC a Internet Engineering Task Force, l’organo incaricato di sviluppare e promuovere gli standard di Internet, sull’idea di utilizzare piccioni viaggiatori o altri volatili per la trasmissione di dati elettronici detta IPoAC, IP over Avian Carriers che letteralmente fa IP su Vettori Aerei. Non contento Waitzman nel 1999 emise un altro RFC suggerendo miglioramenti al suo protocollo originale. Pare ci credesse davvero.
Non è finita qui, il 1 ° aprile del 2011, Brian Carpenter e Robert Hinden hanno realizzato il proprio RFC descrivendo in dettaglio come utilizzare IPoAC con le ultime revisioni dell’Internet Protocol IPv6.
Digital divide
La gara di Winston contro Internet è chiaramente provocatoria, era il 2009 e la connessione nell’area di Durban è evidentemente molto al di sotto anche rispetto agli standard dell’epoca.
Però, questa divertente storia mette in luce un fatto importante ancora oggi:
il Digital Divide, che esiste sia nei paesi in via di sviluppo, che in molti paesi industrializzati.
A dimostrazione di ciò, recentemente ad Arezzo si è tenuta un’assemblea dell’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) in cui Luca Della Bitta, presidente della commissione Innovazione e Attività produttive dell’Anci, ha dichiarato:
“È arrivato il momento di eliminare definitivamente il digital divide che ancora oggi affligge molte aree del Paese, procedendo con decisione nell’attuazione dei piani di sia sulla rete fissa che mobile e nella collaborazione fra soggetti pubblici locali e operatori di telecomunicazioni.”
L’intervento è avvenuto durante l’evento: “Italia connessa. Banda ultra larga e 5G per lo sviluppo delle comunità” secondo la quale emerge che
“il 5G sarà in grado di abilitare servizi molto importanti per tutti i territori, siano essi quelli delle grandi città o dei piccoli centri”.
Quindi a 10 anni dall’eroica impresa di Winston, la questione del Digital Divide è tutt’altro che risolta e torna ad essere attuale anche con il 5G alle porte e le tecnologie internet sempre più pervasive.
Speriamo per il benessere dei volatili che nessun altro piccione sia sfruttato per inviare dati digitali, ma allo stesso tempo si spera che internet possa diventare uno strumento accessibile a tutti come ci ricorda la frase dell’ONU estratta dal Rapporto sulla promozione e la protezione del diritto di opinione ed espressione:
“L’accesso ad Internet è uno degli strumenti più importanti di questo secolo per aumentare la trasparenza, per accedere alle informazioni e per facilitare la partecipazione attiva dei cittadini nella costruzione delle società democratiche”.
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