Sette brevi storie di fisica è un bestseller di saggistica rivolto a chi di fisica non ne capisce un tubo, o molto poco come il sottoscritto. É il secondo libro che finisco di leggere tutto d’un fiato, il primo é stato “La fatica non esiste” di Nico Valsesia. Come avrete ben capito non sono un gran lettore e mi annoio velocemente, tant’è che alla già dalla 5a pagina capisco se il libro riuscirò a finirlo giornata o ci impiegherò un decennio
Sette brevi storie di fisica è un volume estremamente semplice ed é privo di concetti complessi, è un libro che si apprezza bene con i soli concetti di Fisica del liceo, qualche puntata di Super Quark e due-tre numeri di Focus. Davvero non serve altro.
Sette brevi storie di fisica è un eccellente racconto, a tratti un po’ filosofica, delle più importanti teorie scientifiche del XX secolo nel campo della Fisica. Un riassunto che, per quanto superficiale ed esemplificato, è in grado di raccontare efficacemente come la Fisica moderna abbia cambiato il modo con cui interagiamo con il mondo circostante, ma senza averlo mai capito davvero fino in fondo.
Il volume inizia raccontando di Einstein ed il suo essere creativo anche nello studio che lo ha portato a fare alcune delle più sconvolgenti scoperte in ambito della Fisica che hanno decisamente cambiato il mondo.
Non era esattamente uno studente modello, tanto da mettere in dubbio tutto e tutti, persino le sue stesse idee. Il confronto continuo, la voglia di imparare e scoprire senza mai dare per scontato. Di seguito un estratto del volume che ho apprezzato davvero tanto:
Da Ragazzo, Albert Einstein ha trascorso un anno a bighellonare oziosamente. Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte […]
Albert leggeva Kant e seguiva a tempo perso lezioni all’Università di Pavia: per divertimento, senza essere iscritto, né fare esami. É così che si diventa scienziati sul serio. […]
Einstein diventa improvvisamente scienziato rinomato e riceve offerte di lavoro da varie. Ma qualcosa lo turba: la sua teoria della relatività […] non quadra con quanto sappiamo sulla gravità […]
Dieci anni di studi pazzi, tentativi, errori, confusione, articoli sbagliati, idee folgoranti, idee sbagliate. Finalmente, nel novembre 1915, manda alle stampe un articolo con la soluzione completa […]
Einstein mostra che la luce é fatta di pacchetti: particelle di luce. Oggi li chiamiamo “fotoni”.
– cita le parole esatte di Einstein – «Mi sembra che le osservazioni associate alla fluorescenza, alla produzione di raggi catodici, alla radiazione elettromagnetica che emerge da una scatola, e altri simili fenomeni connessi con l’emissione e la trasformazione della luce, siano meglio comprensibili se si assume che l’energia della luce sia distribuita nello spazio in maniera discontinua. Qui considero l’ipotesi che l’energia di un raggio di luce non sia distribuita in maniera continua nello spazio, ma consista invece in un numero finito di “quanti di energia” che sono localizzati nello spazio, si muovono senza dividersi, e sono prodotti e assorbiti come unità singole.»
[…] Si noti il meraviglioso «Mi sembra…» iniziale, che ricorda l’«Io penso…» con cui Darwin introduce nei suoi taccuini la grande idea che le specie evolvono, o l’«esitazione…» di cui parla Faraday quando nel suo libro introduce la rivoluzionaria idea di campo elettrico. Il genio esita.
Il lavoro di Einstein viene inizialmente trattato dai colleghi come la sciocchezza giovanile di un ragazzo brillante. Poi sarà per questo lavoro che Einstein otterrà il Nobel. […]
A scrivere per primo le equazioni della nuova teoria sarà un giovanissimo genio tedesco: Werner Heisenberg, basandosi su idee da capogiro.
Heisenberg immagina che gli elettroni non esistano sempre. Esistano solo quando qualcuno li guarda, o meglio, quando interagiscono con qualcosa d’altro. […] Quando nessuno li disturba, – l’elettrone – non è in alcun luogo preciso. Non è in un luogo. […]
Non è possibile prevedere dove un elettrone comparirà di nuovo, ma solo la probabilità che appaia qui o lì. La probabilità fà capolino nel cuore della Fisica […]
Vi sembra assurdo? Sembra assurdo anche ad Einstein, proponeva Werner Heisenberg per il Nobel, riconoscendo che aveva capito qualcosa di fondamentale, del mondo, ma dall’altro non perdeva occasione per brontolare che però così non si capiva niente. […]
Niels Bohr, pazientemente, spiegava ad Einstein le nuove idee. Einstein obiettava. Immaginava esperimenti mentali per mostrare che le nuove idee erano contraddittorie: «Immaginiamo una scatola piena di luce, da cui lasciamo uscire per un breve istante un solo fotone…» così iniziava uno della «scatola di luce». Bohr alla fine riusciva sempre a trovare la risposta, a respingere le obiezioni. Il dialogo è continuato per anni, passando per conferenze, letter, articoli… […]
Ḕ passato un secolo, e siamo allo stesso punto. Le equazioni della meccanica quantistica e le loro conseguenze vengono usate quotidianamente da fisici, ingegneri, chimici e biologi, nei campi più svariati. Sono utilissime per tutta la tecnologia contemporanea. […] Eppure rimangono misteriose: non descrivono cosa succede a un sistema fisico, ma solo come un sistema fisico viene percepito da un’altro sistema fisico. […]
La nostra conoscenza cresce, e cresce davvero. Ci permette di fare cose nuove che prima non immaginavamo. nemmeno. Ma nel crescere ci apre nuove domande. […]
Quando Einstein muore, Bohr, il suo grandissimo rivale, ha parole di commovente ammirazione. Quando pochi anni dopo muore Bohr, qualcuno prende una fotografia della lavagna nel suo studio: c’è un disegno. Rappresenta la «scatola piena di luce» dell’esperimento mentale di Einstein. Fino all’ultimo, la voglia confrontarsi e capire di più.
Che dirvi, se vi piace la Fisica, la Scienza o semplicemente gli aneddoti di menti straordinarie e volete dedicarvi del tempo a leggere un volume semplice e per niente impegnativo, ma allo stesso tempo emozionante e che vi insegni anche qualcosa di nuovo, Sette brevi storie di Fisica di Carlo Rovelli, Adelphi editore fa per voi.
refs: http://www.adelphi.it/libro/9788845929250
Cosa ne pensi? Dimmelo su Twitter @_domenicomonaco oppure su Linkedin linkedin.com/in/domenicomonaco