Qualche tempo fa ho scritto un articolo in cui esprimevo le mie perplessità sull’uso di indicazioni testuali al fianco dei classici pulsanti “-1” oppure “<|>” di un ascensore della metro di Milano. In una fase iniziale non mi è stato chiaro il perché, ma ragionandoci su ho ipotizzato che:
[…] la metro di Milano è molto vasta e diversificata, le varie fermate spesso possono avere diversi piani. Non tutte dotate degli stessi tipi di accessi per portatori d’handicap e non.
Non tutti gli ascensori della Metro potrebbero portare sino al piano terra o ancora esattamente verso l’uscita, che per una data fermata potrebbe non trovarsi al piano terra, ma per esempio al -1 dal quale è possibile raggiungere il piano terra tramite uno scivolo.
In questa situazione il modello concettuale è messo a dura prova ed in taluni casi ci si potrebbe trovare a “non sapere quello che si deve fare”, non avere sufficienti informazioni sul “Feedforward” […] – Articolo Modello concettuale: siamo abituati a salire, per poi ridiscendere
In definitiva avevo ipotizzato che la diversificazione delle stazioni della Metro, la presenza di ascensori che non portano direttamente all’uscite o addirittura alla presenza combinata di più ascensori e altri mezzi di accesso per portatori d’handicap rendeva necessario indicare con chiarezza dove portasse quel determinato ascensore.
Dunque sono tornato nella stessa fermata metro e mi sono chiesto se effettivamente era come avevo ipotizzato, con soddisfazione ho osservato che ci avevo preso.
La stazione della Metro in questione è quella di Istria si presenta come segue:
quando si scende dal convoglio metropolitano ci si ritrova al “piano -2” dal quale è possibile raggiungere direttamente solo il “piano -1” (mezzanino) attraverso le scale classiche, scale mobili o un ascensore (vedi Immagine 1 ).
Ascensore dal quale è possibile solo raggiungere il “piano -1” (mezzanino), dotato anch’esso di apposite indicazioni testuali (vedi Immagine 2)
Al “piano -1” siamo costretti a passare dai tornelli, in questa coso in uscita, ed una volta oltrepassati siamo in grado di raggiungere il pian terreno (piano 0) che equivale all’uscita attraverso un’ascensore (vedi Immagine 3) o le scale classiche.
Il secondo ascensore, quello trattato nell’articolo precedente, si presenta al suo interno con indicazioni diverse ma nello stesso stile del precedente (vedi Immagine 4).
In definitiva alla stazione della Metro Istria abbiamo una situazione in cui per passare dal “piano -2” (pensiline metro) verso l’uscita (piano 0) o viceversa bisogna usare 2 ascensori diversi (vedi Immagine 5) obbligando gli utenti a passare dai tornelli al “piano -1” (Mezzanino). Situazione che non è detto sia la stessa di un’altra stazione (ad esempio in Stazione Centrale ci sono molte scale mobili). Inoltre gli ascensori hanno aspetto e forma identica tra di loro e le stesse stazioni metro possono essere realizzate su un numero di piani diverso (Istria ne ha 2, ma un’altra fermata potrebbe averne molti più… ).
Duque riprendendo la frase del mio precedente articolo
In questa situazione il modello concettuale è messo a dura prova ed in taluni casi ci si potrebbe trovare a “non sapere quello che si deve fare”, non avere sufficienti informazioni sul “Feedforward” […]
Le indicazioni inserite, seppur migliorabili, sembrano avere un loro scopo ed assolvere ad una precisa funzionalità. Supportare l’utente a formarsi un modello concettuale corretto tra l’uso dell’ascensore e spostamenti tra i piani della stazione della Metro.
Peccato che le utili etichette siano utilizzabili dalle sole persone dotate di una vista e tagliano fuori gli ipovedenti mancando di relativo testo braille.
Aggiornamento 23/02/16
A dimostrazione di ciò che ho scritto sopra racconto quello che mi è capitato di osservare qualche giorno fa in Metro: una donna che uscita dalla metro insieme a noi utilizza le scale mobili per raggiungere il mezzanino dove sarebbe dovuta uscire dai tornelli per poi raggiungere le scale classiche o il “secondo ascensore” (quello che porta dal -1 al piano terra).
Invece poco prima dei tornelli si appresta a chiamare l’ascensore sbagliato (distratta dal telefono), infatti l’ascensore che ha scelto è lo stesso che l’avrebbe portata dalle pensiline al mezzanino.
Vedendola mi è parso chiaro che aveva sbagliato ascensore e mi aspettavo che mi raggiungesse al secondo ascensore non appena si fosse accorta dell’errore. Ed eccola arrivare… aveva sbagliato. Raggiunge infatti il secondo ascensore, dove io ed altre persone aspettavamo si aprisse.
L’errore della donna è stato sicuramente facilitato dalla distrazione, ma c’è un dettaglio che le ha fatto pensare di essere nel giusto: l’ascensore è posto esattamente nello stesso verso tornelli, così che dirigendosi verso l’uscita ci si imbatte in punto in cui sulla destra si hanno tutti i tornelli e sulla sinistra un ascensore facendo pensare che portino alla stessa direzione. Invece No. L’ascensore riporta al piano -2 mentre prendendo i tornelli si esce dalla stazione.
Il tutto facilitato dalla perdita di orientamento dovuta ai continui sali e scendi della Metro.
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