Apprendo dai social che da poco ci ha lasciato Salvatore Iaconesi, in molti forse non lo conoscono. Ma chi segue l’ambito dei New Media e dell’Etica Hacker lo conosce molto bene Salvatore Iaconesi: un designer, ingegnere, hacker, creativo tra le voci più influenti delle New Media Art in Italia e molto rispettato in tutto il mondo.
Salvatore da anni era affetto da un tumore al cervello e dal 2012 quando scoprì di avere questa terribile malattia ha avviato il suo progetto “La Cura”. Una sorta di performance per riappropriarsi del proprio corpo e della propria identità creando una cura partecipativa open source per il cancro, chiaro esempio di “etica hacker” applicata ad un contesto non-software.
Da allora Salvatore Iaconesi ha fatto il giro del mondo parlando a platee di artisti, hacker, maker e sviluppatori del mondo open-source. Citato, invitato e intervistato da tutti i magazine italiani e non: da Wired al TED.
Hacker, Artista… Ingegnere
Ma il suo lavoro di Hacker inizia molto prima, dal 2006 insieme alla compagna Oriana Persico ha lavorato al progetto AOS – Art is Open Source, pubblicato numerose pubblicazioni e collaborato a numerosi progetti in tutta Italia con un unico filo conduttore: l’esplorazione e l’osservazione dell’uomo e delle tecnologie e delle loro continue mutazioni (HER: She Loves Data (he-r.it) Datapoiesis – The process in which data brings something into being that did not exist before. The Principles of Nuovo Abitare. Enormous quantities and qualities of… | by Salvatore Iaconesi | Medium)
Uno dei pochi personaggi pubblici che potevamo definire “Hacker” nel suo originale senso della parola. Per chi come me è cresciuto leggendo le prime edizioni di Wired Italia tra progetti open-source, etica Hacker ed attivismo free software… non può che non essere stato influenzato da Salvatore Iaconesi.
Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di conoscerlo di persona, ma sono certo che in tempi non sospetti avrei potuto benissimo incontrarlo in qualche centro sociale seduto su di una poltrona in un angolo di un open-space affrescato di murales con il suo notebook sulle gambe intento a crackare la rete Wi-Fi dell’ufficio di fronte perché “Internet è di tutti”.
Grazie Salvatore